SE CHIUDONO I CENTRI ESTETICI - 30 MILIONI DI PERSONE POTENZIALMENTE A RISCHIO COVID-19 OGNI MESE
C O M U N I C A T O S T A M P A
Tra le varie indiscrezioni che stanno circolando relative al nuovo DPCM, vi è anche quella che prevederebbe la chiusura dei centri estetici sull’intero territorio nazionale.
I centri estetici sono tra le attività più sicure, in quanto si avvalgono di un protocollo rigidissimo paragonabile a quello di una “sala operatoria”.
Le estetiste lavorano solo su appuntamento, utilizzano guanti, mascherine FFP2, visiere, camici, rilevano la temperatura, sanificano le cabine al termine di ogni trattamento, redigono un registro di sanificazione, tracciano ogni cliente con nome cognome data, ora dell’appuntamento e numero di telefono e tantissime altre precauzioni molto restrittive al fine di garantire la massima sicurezza anti-contagio.
In termini di eventuale chiusura, i centri estetici, visto il rigidissimo protocollo anti-contagio adottato e le altissime precauzioni introdotte tutti i giorni, dovrebbero essere le ultime attività a dover chiudere.
Attualmente le estetiste sono delle vere e proprie “sentinelle” anti-contagio.
La categoria dei centri estetici ricomprende circa 80.000 estetiste regolarmente occupate, autorizzate dalla legge e adeguatamente formate a rispettare tutte le regole, comprese, quelle anti-contagio.
Confestetica è l’associazione maggiormente rappresentativa con 21.000 centri estetici iscritti, su un totale di 35.000 presenti sul territorio.
Purtroppo, questa categoria, vanta un triste primato: l’osservatorio di Confestetica ha stimato che oltre 120.000 abusivi “sine titulo” svolgono servizi di cura alla persona sia nel proprio domicilio che in quello del cliente; il numero degli abusivi supera quello delle estetiste regolari di oltre un terzo.
CONSIDERATO CHE
- I centri estetici regolari sono stati i primi a chiudere già l’8 di marzo, ancor prima dell’obbligo nazionale del 10 marzo.
- I centri estetici, qualora si rendesse necessaria una chiusura totale delle proprie attività per la tutela della salute pubblica, sono pronti a chiudere immediatamente le loro aziende, sapendo autodeterminarsi, così come hanno già fatto a marzo, anche prima di un eventuale DPCM.
- Nel primo lockdown si è verificata una vera e propria invasione di abusive nelle abitazioni private, che con l’autocertificazione in tasca giravano, indisturbate e senza alcun controllo, di casa in casa erogando servizi alla persona e violando ogni legge.
- Le cosiddette abusive che “in tempo di pace” svolgono una media di 4 trattamenti al giorno, qualora si dovessero chiudere i centri estetici regolari, raddoppierebbero inevitabilmente i trattamenti eseguiti da 4 a 8 ogni giorno. In questo scenario, che tutti conosciamo da decenni, istituzioni comprese, gli abusivi diventerebbero, con altissima probabilità, potenziali vettori dei germi patogeni, aumentando in senso significativo il diffondersi del COVID.
- Facendo un po’ di conti, quindi, gli abusivi entrerebbero in contatto con quasi un milione di persone al giorno, ovvero 30 milioni di persone al mese, con tutte le inevitabili conseguenze del caso. Ci auguriamo che nessuno voglia correre questo rischio.
TUTTO CIÒ CONSIDERATO
Ci rivolgiamo al nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Ministro per gli Affari regionali e Autonomie Francesco Boccia e a tutti i componenti del Comitato Tecnico Scientifico – (CTS) – nessuno escluso.
CHIEDENDO
misure urgenti per fronteggiare
l'emergenza epidemiologica da covid-19
per gli abusivi che si occupano della cura della persona
in casa propria ed in casa altrui
- Le cabine abusive che si occupano di servizi alla persona si nascondono all’interno di abitazioni private, sono allestite con lettino, cosmetici e apparecchiature di ogni tipo. L’attuale normativa tutela giustamente il domicilio privato, senza però tener conto che all’interno si svolge un’attività abusiva che mette a rischio la salute pubblica con altissime probabilità di diffusione del contagio del Covid. Per questo si deve rendere possibile l’ispezione dell’autorità competente in tali luoghi, senza bisogno di avere alcun mandato giudiziario, al fine di poter svolgere una rapida ed efficace funzione preventiva anti-contagio per tutelare la salute pubblica, anche su eventuale segnalazione.
Non vogliamo una “guerra tra poveri” ma il rispetto della legge da parte di tutti e la salvaguardia della salute pubblica che è fondamentale. - Sanzionare in maniera esemplare e significativa l’operatore abusivo e il cliente.
- In caso di chiusura dei centri estetici ci aspettiamo adeguati RISTORI IMMEDIATI per far fronte al mancato fatturato, per coprire i costi fissi e la sospensione delle tasse.
Rimini 2 novembre 2020
Il segretario generale di Confestetica
Roberto Papa

